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giovedì 16 agosto 2012

Eroe di te stesso


“Al tempo degli dei dell’olimpo, dei signori della guerra e dei re che spadroneggiavano su una terra in tumulto, il genere umano invocava il soccorso di un eroe…”. Certo, il famigerato “incipit” calza a pennello a Xena, la principessa guerriera che fino a poco tempo fa riempiva le mattinate televisive; ma perché non considerare anche Perseo, l’uccisore della Gorgone, o Ulisse, colui che vinse il mostro Polifemo, e ancora Achille, semidio invincibile (se non fosse per quel tallone…), Ettore, esempio di virtù al servizio del popolo, Enea, mitico fondatore di Roma, oppure Eracle, che munito di coraggio e forza riuscì ad affrontare esseri mostruosi e fuori dal comune? Sì, tutti eroi che hanno fatto la storia della loro era, esistiti o meno.  Nel corso degli anni è cambiato parecchio ... se non tutto! Gli dei dell’olimpo furono sostituiti da una chiesa che fino a qualche tempo fa non rappresentava più il messaggio evangelico; i signori della guerra si trasformarono in imperatori prima, capi rivoluzionari poi, e infine in dittatori assolutisti, per poi arrivare agli estremisti di oggi; i re…quelli rimasero. Alcuni, non tutti, e con pochi poteri, quasi esclusivamente di rappresentanza, a volerli conservare come fossero un’appendice, un organo di retaggio antico che si percepisce solo quando fa male. Di tutta risposta cambiarono anche gli eroi; non erano più semidei o persone con un qualche divino ascendente, ma uomini umani come Garibaldi e Napoleone, Einstein e Edison, Hegel e Nietzsche, “Che” Guevara e Gino Strada, Dante e Manzoni, Falcone e Borsellino. Nel corso degli anni anche le donne penetrarono in questa categoria, con grandi esempi come Sophie Scholl, Rosalind Franklin o Madre Teresa di Calcutta. Nelle pagine de “il Giorno” sono apparsi nel medesimo articolo Lionel Messi e Simone Farina, entrambi calciatori e entrambi campioni, non tanto nel pallone,(a dire il vero Leo è il giocatore più forte del pianeta), quanto invece nei valori dimostrati: umiltà, coraggio, tenacia, umanità, rispetto. Se infatti il “pallone d’oro” è consegnato al miglior giocatore dentro e fuori dal campo, di cui Messi si è già fregiato tre volte, un secondo premio è stato istituito ad hoc per Farina, per aver denunciato i tentativi di combine nelle partite di calcio, dimostrando così che “i valori pagano più del business”. Ed ecco che non molte pagine più in là compare la stessa parola: eroe. Stavolta è un commissario di bordo, Manrico Giampedroni, un nome più lungo e difficile da ricordare, ma non per questo meno importante. L’ufficiale, infatti, ha tratto in salvo da una nave che affondava il maggior numero di persone, fino a quando la crociera non è sprofondata tra gli scogli dell’isola del Giglio e lui è rimasto intrappolato tra le lamiere. Una volta in salvo non vuole esser definito “eroe”, ma piuttosto come “uno che ha fatto il proprio mestiere”. Quindi in fondo è giusto quello che t’insegnano al liceo e cioè che la storia è scritta soprattutto dalla gente comune, ombre passate di qua senza lasciare nomi stampati sui libri scolastici. Se allora riteniamo eroi coloro che con i propri valori contribuiscono a sviluppare le fila del tempo, non possiamo escludere, per esempio,i pompieri  morti alle Twin Towers, coloro che vivono e combattono per la pace, in Siria, in Gabon, nella Sierra Leone; non possiamo dimenticare tutti quelli che portano aiuto ai bisognosi, a chi bisognoso lo diventa pur di servire il prossimo, i genitori che fanno infiniti sacrifici pur di non far mancare nulla alla propria famiglia. Lo stesso Caparezza canta “ […]sono un eroe, perché lotto tutte le ore\ sono un eroe perché combatto per la pensione\ sono un eroe perché proteggo i miei cari dalle mani dei sicari dei cravattari \ sono un eroe perché sopravvivo al mestiere […]”. In definitiva ognuno può esser, deve essere, un eroe, l’eroe almeno di se stesso e per questo non servono stivali, guanti o tutine aderenti, quello di cui abbiamo bisogno è già dentro di noi ed è ciò che ci spinge a fare la cosa più giusta trascurando il guadagno personale. Forse bisogna esser davvero miserabili per capire che “La vita, la sventura, l'isolamento, l’abbandono, la povertà, sono campi di battaglia che hanno i loro eroi, eroi oscuri a volte più grandi degli eroi illustri.”

Sottolineato: esempio storico                         Sottolineato: tesi                                                                                                                                                    Sottolineato: documento                                Sottolineato: dimostrazione induttiva                                                                                                                                                                                                                         

martedì 5 giugno 2012

LIBRO DEL MESE (RELAZIONE)


Le libere donne di Magliano è il diario di uno psichiatra che racconta l’esperienza vissuta in prima persona all’interno di un manicomio di donne a Lucca. Non esiste una trama ma si tratta di una narrazione frammentaria, costituita dalla descrizione di singoli personaggi, donne per lo più, della struttura. Non c'è una vero inizio del romanzo, come non c'e un’autentica fine: c'è soltanto una rimozione di coscienza e memoria. I paragrafi sembrano avere una loro vita abbastanza indipendente che esprime bene la fuga d’idee e i deliri dei malati. Tobino racconta con lucidità e partecipazione storie di donne malate e squinternate: di queste traccia abbozzi di vita descrivendo una serie di ritratti di personaggi reclusi e profondamente tristi, senza storia, che il lettore, una volta incontrati, non dimenticherà; sono ritratti rapidi e intensi, attori del loro delirio presente che hanno una vita indipendente.. La particolarità di questo libro e dello scrittore stesso, sta nel fatto che Tobino descrive ogni singolo personaggio con affetto, dolcezza, meraviglia talvolta anche con ironia ma con una forte comprensione e compartecipazione dei sentimenti e delle sensazione che provano queste donne, sempre consapevoli che dalla pazzia non si esce. Sono donne che hanno trovato nella follia un modo per evadere e ribellarsi dalle costrizioni, dalla mancanza di spontaneità e di verità del mondo esterno. Troviamo così le due sorelle convinte di essere spiate, perseguitate da partigiani e altri nemici, la Gabi che in gioventù soffrì la morte dell’uomo amato e dovette così vendersi in un bordello e poi c’è la Lella la cui follia nasce quando da bambina vede qualcosa che non avrebbe mai dovuto vedere: fu testimone improvvisa di un atto bestiale di sua madre che fino a quel momento era la immacolata mamma, e così dentro di lei da quel momento si scatenò un tumulto, da cui iniziò la sua pazzia. Ma Tobino descrive anche altri mondi oltre a quello dei malati, come ad esempio quella delle infermiere che per una vecchia disposizione di legge non potevano sposarsi, perché si pensava che con una famiglia le infermiere non avrebbero potuto occuparsi delle malate con la stessa attenzione. Ma con il fascismo venne abolita questa legge e così le infermiere, con uno stipendio fisso al manicomio, cominciarono ad essere corteggiate dai contadini, che erano più poveri. Sono donne raccontate nella loro difficoltà di vivere, nella loro straordinaria forza da uno sguardo che è di medico ma anche di scrittore molto carico di pietà, di comprensione e di una sorta di ammirazione e di rispetto perché Tobino non giudica la pazzia delle donne, si limita semplicemente a raccontare con animo umile e cercare di penetrare e capire la vita e la condizione di queste persone, al moto degli animi, al movimento dei pensieri partecipando e immedesimandosi così nella condizione in cui si trovavano queste donne. Le quali vengono definite da lui stesso libere, in quanto sono svincolate nell’ esprimere qualsiasi tipo di sentimento e di emozione che possono provare. Sono donne libere nell’animo, ma solo apparentemente in quanto chiuse chissà, forse per l’eternità, in un luogo in realtà opprimente.

lunedì 4 giugno 2012

lezione del Prof. Massimo Prada-Il saggio breve

Massimo Prada, Laboratorio di scrittura,Milano,Edizioni LED, 2004
MATERIALI PER I LABORATORI DI SCRITTURA ITALIANA DELL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MILANO
Lezione 8
Il saggio breve in
cinque capoversi
Argomento della lezione
Dopo che, nelle lezioni precedenti, si sono analizzate a più riprese le caratteristiche generali dei testi informativi e argomentativi, in questa si descrive il saggio breve in cinque capoversi, un semplice modello di testo espositivo particolarmente utile a fini didattici.
Il saggio breve è una sorta di miniatura – molto maneggevole – di testo informativo/argomentativo nella sua forma più essenziale: ne comprende le sezioni fondamentali, ne simula l’organizzazione e ne rispecchia la logica costruttiva. In quanto forma minimale – ma completa – di testo espositivo, il saggio breve può divenire un ottimo modello per la realizzazione – attraverso espansione e rielaborazione – di documenti molto più complessi (relazioni, rapporti, studi, tesi).
In questa lezione si analizzerà più il saggio breve argomentativo che quello informativo. Scrivere testi argomentativi, infatti, è più difficile che scriverne di informativi: richiede una progettazione più accurata, una maggiore capacità critica, una capacità di organizzazione superiore e si configura, quindi come un ottimo campo di prova per le proprie competenze comunicative. La trattazione, del resto, fatto qualche aggiustamento, è valida per entrambi i tipi e differenze di particolare importanza verranno segnalate a tempo debito.
La lezione in breve
Il saggio breve in cinque capoversi è un testo informativo/argomentativo a struttura rigida che può essere impiegato quale modello per testi più complessi, anche molto lunghi. Nella sua forma tipica, è costituito da 5 segmenti (capoversi) unitari dal punto di vista linguistico, contenutistico e paratestuale1 collegati tra loro da frasi-transizione e raccolti in tre sezioni:
1 Il concetto di paratesto è stato introdotto e spiegato nei capoversi iniziali della prima unità.
Il saggio breve in cinque capoversi 2
Introduzione, corpo del testo e conclusione. Mentre l’introduzione e la conclusione sono costituite da un capoverso ciascuna, il corpo del testo ne raccoglie tre.
L’introduzione ha il compito fondamentale di presentare l’argomento oggetto di trattazione, di chiarire quale sia il fine comunicativo dello scrivente e di anticipare la struttura del testo; i tre capoversi del corpo hanno lo scopo di sviluppare l’argomento in maniera conforme a quanto anticipato nell’introduzione e la conclusione risponde al fine di riepilogare le considerazioni svolte nel corpo del testo.
Sommario
Argomento della lezione ............................................................................................. 1
La lezione in breve ...................................................................................................... 1
Sommario ................................................................................................................... 2
Il saggio breve in cinque capoversi: concetti di base .................................................. 2
La funzione del saggio breve .................................................................................. 3
La struttura del saggio breve .................................................................................. 4
L’introduzione ..................................................................................................... 4
L’argomento ................................................................................................... 5
La tesi ............................................................................................................. 5
Il fine comunicativo ......................................................................................... 5
La presentazione schematica della struttura del testo ................................... 6
Il corpo del testo ................................................................................................. 6
La conclusione ............................................................................................... 7
La strutturale del saggio breve, in uno schema ...................................................... 7
La struttura del capoverso .......................................................................................... 8
Un esempio di saggio breve ..................................................................................... 10
Commento ............................................................................................................ 15
Il saggio breve in cinque capoversi: concetti di base
Si può descrivere il Saggio breve in cinque capoversi come un testo a struttura rigida che risponde a fini informativi o argomentativi; nella sua versione informativa, il saggio breve ha lo scopo di offrire informazioni adeguate su un tema specifico; nella sua versione argomentativa, esso sostiene, attraverso catene di enunciati, la validità di un’affermazione. Detto in altre parole, il saggio breve argomentativo è congegnato per sostenere la giustezza di un’idea (più oltre faremo riferimento all’enunciato in cui questa idea viene formulata esplicitamente con il nome di tesi). 2
2 L’enunciato è una combinazione di parole (ma può essere costituito anche da una sola parola) che rappresentano un’unità all’interno di un’interazione comunicativa. In molti casi coincide con ciò che la grammatica chiama frase, ma ciò non accade sempre: un enunciato, infatti, può essere più breve di una frase, mancare di più elementi e non essere corretto da un punto di vista grammaticale. Nell’ambito di un dialogo immaginario, per esempio, un Subito! fornito in risposta ad una domanda come Allora quando parti? costituirebbe un enunciato, ma non una frase.
Il saggio breve in cinque capoversi 3
Come suggerisce il suo nome – e come vedremo in dettaglio nelle pagine seguenti – il saggio breve si articola in cinque segmenti (“capoversi”) ciascuno formato da più proposizioni in catena e distinto dagli altri con un a-capo.3 I segmenti si susseguono in un ordine rigido e, nel loro insieme, compongono le tre partizioni fondamentali del saggio: l’introduzione, il corpo del testo e la conclusione.
Ognuno dei capoversi in cui si articola il saggio breve ha una configurazione ben definita, che verrà descritta in dettaglio nei prossimi paragrafi; qui occorre solo segnalare che i tre capoversi del corpo centrale condividono la medesima organizzazione e si contrappongono, in questo, all’introduzione e alla conclusione, che presentano un impianto differente.
Un’ultima nota: nel testo – a supporto della tesi o ai fini della completezza di informazione – possono essere incluse informazioni di tipo diversissimo: ciò che conta è che esse possiedano un grado di formalità, di affidabilità e di completezza adeguati alla natura dell’argomento e dell’uditorio. Indicazioni più dettagliate verranno fornite, a questo riguardo, nelle unità dedicate al processo della scrittura; sia sufficiente, in questa sede, dire che nel saggio breve possono essere usate, a seconda delle necessità, narrazioni aneddotiche, esempi tratti da esperienze reali proprie o altrui, dati (numerici e non) acquisiti attraverso inchieste dirette o raccolti da fonti secondarie, citazioni da testi autorevoli ed altro ancora.
La funzione del saggio breve
Come si è ripetuto più volte, il saggio breve può avere funzione informativa o argomentativa; nel primo caso, il suo fine è quello di fornire informazioni e di offrire spiegazioni, spesso definendo concetti o descrivendo accuratamente stati di cose. Nel secondo, invece, il suo fine è quello di convincere il lettore della bontà di una determinata opinione, eventualmente spingendolo ad intraprendere comportamenti specifici.
La differenza dei fini comunicativi si riflette sia sugli argomenti passibili di trattazione che sul modo in cui essi devono venire affrontati: mentre, infatti, si può informare su tutto, non si può argomentare che sul discutibile. Ciò significa che l’oggetto di un saggio argomentativo non può che essere uno attorno al quale si possa sviluppare un dibattito. Sarebbe molto difficile, ad esempio, costruire un saggio argomentativo parlando di droghe e sostenendo che hanno effetti nocivi sulla salute umana: questa è una constatazione difficilmente confutabile, per la quale si faticherebbe a trovare un antagonista disputante; e senza un quid demonstrandum e qualcuno cui dimostrarlo non esiste neppure un testo argomentativo.
Inoltre, l’enunciato le droghe hanno effetti nocivi sulla salute umana non solo si limita a constatare un semplice fatto, ma non mette neppure in chiaro quale sia l’opinione dello scrivente in merito ad esso; anche questo è un requisito fondamentale del saggio argomentativo: difficilmente infatti si potrà convalidare un’opinione se non la si dichiara. Insomma: il presupposto per un saggio argomentativo è che (a) riguardi un tema su cui sia possibile disputare e (b) spieghi chiaramente quale sia la posizione sostenuta nella potenziale controversia.4
3 Come si è suggerito nella presentazione dell’unità, si può tranquillamente espandere la struttura del saggio breve, facendo sì che esso sia composto di paragrafi invece che di capoversi; e si può addirittura trasformarlo in un saggio molto esteso, tanto da fare diventare i paragrafi dei capitoli. Questa è un’evoluzione desiderabile e necessaria e il saggio breve si propone esplicitamente come modello “adattabile” a varie situazioni comunicative; in questa unità, tuttavia, presenteremo il saggio nella sua forma più semplice, che non contiene più di 500 parole. Si ricordi che il paragrafo rappresenta ciascuna delle unità in cui si articolano i capitoli, e che i capoversi sono le unità che costituiscono i paragrafi. Di solito i paragrafi sono titolati, mentre i capoversi non lo sono e si distinguono gli uni dagli altri per la presenza di un a-capo o di un rientro di prima riga.
4 Avrebbe tutte le carte in regola per riuscire un buon testo argomentativo in cui si sostenga che come quelle pesanti, anche le droghe leggere hanno effetti nocivi rilevanti sull’organismo umano e conducono alla dipendenza: per questo il loro consumo non dovrebbe essere ammesso. Il suo argomento si presterebbe al dibattito e la posizione sostenuta dall’autore del
Il saggio breve in cinque capoversi 4
Un testo informativo, invece, deve rispettare un numero inferiore di requisiti: è sufficiente che verta su un argomento interessante e che presenti informazioni complete ed aggiornate, utili per il proprio uditorio. Da questo punto di vista, il saggio informativo è più semplice di quello argomentativo, che richiede un supplemento di riflessione ed una più accurata organizzazione delle idee.
La struttura del saggio breve
Abbiamo già chiarito, nei paragrafi precedenti, che il saggio breve in cinque capoversi si articola in tre sezioni principali: l’introduzione, il corpo del testo e la conclusione. Mentre introduzione e conclusione sono costituiti da un capoverso ciascuna, il corpo del testo ne comprende tre. Schematicamente, dunque, la struttura del saggio breve è la seguente:
1 Introduzione (1 solo capoverso)
2 Corpo del testo (3 capoversi)
3 Conclusione (1 capoverso).
Come è ovvio, ciascuna delle sezioni che costituiscono il saggio breve risponde ad uno scopo diverso e presenta varie specificità sia dal punto di vista della struttura che da quello del contenuto: vedremo quali nei paragrafi che seguono.
L’introduzione
L’introduzione risponde a più scopi, tra i quali quelli fondamentali sono:
a. quello di introdurre il lettore nel testo, provocandone l’attenzione;
b. quello di indicargli l’argomento di cui si tratta;
c. quello di chiarire, nel caso di un testo argomentativo, quale sia l’opinione che vi viene sostenuta;
d. quello di fornire una sorta di essenzialissimo sunto del testo (chiamato spesso blueprint)5;
e. quello di introdurre i paragrafi successivi, in modo da stimolare la prosecuzione della lettura.
Schematicamente, dunque, il capoverso introduttivo dovrebbe articolarsi nelle sezioni che seguono:
a introduzione al testo, tesa ad interessare il lettore;
b presentazione dell’argomento;
c presentazione del fine comunicativo;
d esposizione della tesi;
e presentazione schematica della struttura del testo;
f aggancio ai paragrafi successivi.
Vi sarà modo di tornare sull’argomento nella prima delle unità dedicate al processo della scrittura; ai fini della comprensione di quanto scriverà nei prossimi paragrafi, però, è necessario introdurre – anche se in forma non perfettamente rifinita – i concetti-chiave di (a) argomento, (b) tesi, (c) fine comunicativo e (d) presentazione schematica della struttura del testo.
testo vi è esplicitamente dichiarata.
5 Il termine significa ‘cianografia’; la cianografia è un procedimento di stampa usato per la riproduzione su carta azzurro scuro di disegni, soprattutto tecnici, in scala; il termine blueprint, dunque indica, nel contesto cui stiamo facendo riferimento, lo
Il saggio breve in cinque capoversi 5
L’argomento
L’argomento è, nella sua accezione più larga, l’oggetto del discorso6 che si conduce nel saggio; argomento di un saggio informativo o argomentativo, ad esempio, potrebbe essere quello degli effetti nocivi delle droghe sulla salute umana.
La tesi
La tesi, in un testo argomentativo, è un enunciato in cui l’autore esprime un’opinione precisa riguardo all’argomento che ha deciso di trattare. Nel saggio – come nella maggior parte dei testi argomentativi tecnici, scientifici e professionali – essa deve essere sempre formalizzata esplicitamente – “messa nero su bianco” – in un enunciato; in altre scritture – soprattutto in quelle non molto formali (giornalistiche ad esempio) o che abbiano qualche intento persuasivo (come quelle politiche) – essa viene talvolta sottaciuta o dissimulata.
Un esempio valido di tesi argomentativa potrebbe essere il seguente: Gli strumenti finanziari ed economici messi in opera dal Governo per il contenimento del deficit pubblico non sono adeguati a fronteggiare l’emergenza attuale. In esso, infatti, non solo è del tutto chiaro quale sia l’argomento del discorso (vi si tratta degli strumenti finanziari ed economici messi in opera dal Governo per il contenimento del deficit pubblico), ma anche l’opinione sostenuta, in merito ad esso, dallo scrivente (secondo cui, appunto, essi sono inadeguati a fronteggiare una congiuntura economica negativa).
Il fine comunicativo
Il fine comunicativo è l’obiettivo cui tende la scrittura: in un testo argomentativo esso consiste, come abbiamo chiarito, nel tentativo di convincere il proprio uditorio della validità della tesi che l’autore vi sostiene. La concorrenza di più fini, naturalmente, è sempre possibile: così, l’autore di un testo argomentativo, oltre a convincere della bontà di una determinata tesi, potrebbe anche voler indurre il proprio uditorio a certi comportamenti (per esempio: a votare sì o no ad un referendum sulle centrali nucleari; a votare o non votare i rappresentanti della maggioranza alla successiva tornata elettorale e così via).
Non è detto che tutti i fini comunicativi cui risponde un testo debbano essere espliciti: in qualche caso, infatti, il celarne alcuni può essere funzionale proprio al loro raggiungimento. Si pensi, ad esempio, a testi persuasivi come quelli pubblicitari: difficilmente il loro autore vi dichiara a tutte lettere di volere convincere il suo uditorio ad acquistare un determinato bene (magari voluttuario, costoso, pericoloso o addirittura nocivo); anzi: nella maggior parte dei casi la vera abilità del pubblicitario consiste proprio nel dissimulare le proprie intenzioni reali, in modo da non mettere in allerta il destinatario del proprio messaggio suscitando in lui reazioni di rigetto.
Quando però farlo ha un senso – come nella maggior parte dei testi argomentativi e informativi e, in ogni caso, nel saggio breve –, la dichiarazione dei fini ha la forma di uno o più enunciati in sequenza e assomiglia alla seguente, che possiamo immaginare collocata in apertura di un ipotetico “pezzo” dedicato a questioni economiche: questo articolo vuole convincere i propri lettori del fatto che la politica economico-finanziaria del Governo è assolutamente inadeguata a fronteggiare l’attuale situazione di emergenza.
“schema proporzionalmente ridotto” del testo nel suo complesso.
6 Il termine discorso indica, nel contesto in cui lo stiamo usando, l’esposizione di una serie organica di pensieri per mezzo concatenati tra loro; esso designa, quindi, non solo il contenuto di tale esposizione, ma anche il modo particolare in cui l’autore ha deciso di presentarlo. In qualche modo il termine potrebbe essere considerato sinonimo di testo.
Il saggio breve in cinque capoversi 6
La presentazione schematica della struttura del testo
La presentazione schematica della struttura del testo (blueprint) è un semplice elenco, in formato discorsivo; in un testo argomentativo si tratta di un breve inventario delle prove (tecnicamente: argomenti7) impiegate a sostegno della tesi che vi si sostiene; in uno informativo si tratta di catalogo strutturato delle informazioni fornite.
Il blueprint ha la funzione di anticipare al lettore informazioni sullo sviluppo del testo e per questo gli può essere molto utile: sapere come verranno presentate le informazioni ne rende infatti più facile e piena la comprensione e permette di decidere sin dal principio in modo ragionato se un testo è utile o no.
Dal momento che ha, in sostanza, la funzione di un sommario, il blueprint deve rispecchiare pienamente il testo: l’ordine in cui vi sono presentati gli argomenti deve coincidere, quindi, con quello in cui essi vengono introdotti nel testo. In un saggio breve, dal momento che il corpo del testo prevede tre soli capoversi, la presentazione schematica del testo potrà fare riferimento a tre soli argomenti/informazioni fondamentali.
Nell’ipotetico testo di argomento economico cui abbiamo più volte fatto riferimento, un blueprint accettabile potrebbe avere questa forma: Gli interventi finanziari previsti dal Governo non possono che deprimere, in ultima analisi, l’economia industriale, già in affanno: in primo luogo aumentano l’indebitamento delle famiglie e provocano una contrazione del mercato interno; in secondo luogo non incidono sui fattori strutturali che hanno creato la congiuntura e, in terzo, inibiscono la crescita della piccola e media impresa, un settore tradizionalmente trainante nell’economia italiana. Si noti come, in esso, si faccia esplicito riferimento alle tre ragioni fondamentali per cui l’autore ritiene fallimentare la politica economica del Governo: esse – nella stessa sequenza in cui sono elencate nel blueprint – verranno riprese nei tre capoversi che costituiscono il corpo del testo, e ne costituiranno, ciascuna, il nucleo argomentativo.
Non esiste un ordine preferenziale nella presentazione degli argomenti: alcuni autori consigliano di includere gli argomenti decisivi nel primo capoverso; altri ritengono che si debba procedere invece dal più debole al più forte, secondo un crescendo di sapore retorico. La scelta non marcata8 è la seconda: se, infatti, si presenta nel primo enunciato, il proprio argomento forte, gli altri non avranno più grande utilità: la valutazione va compiuta, in ogni caso, di volta in volta, tenendo conto, come si vedrà meglio nelle unità seguenti, dell’uditorio e dell’argomento, al fine di massimizzare l’efficacia comunicativa del proprio discorso.
Il corpo del testo
Il corpo del testo si articola, come si è già scritto, in tre capoversi; in un testo informativo, ciascuno di essi presenta un set di informazioni collegate alla questione che si è scelto di trattare; in un testo argomentativo propone uno degli argomenti scelti a sostegno della propria tesi.
Ogni capoverso ha la medesima struttura: include, di norma, (a) una frase-chiave (topic-sentence) che ne costituisce il nucleo informativo-argomentativo e che ne rappresenta, da sola, il messaggio fondamentale; (b) comprende più frasi in cui si forniscono informazioni/sub-argomenti a supporto della frase-chiave9; (c) una frase di transizione che guida il lettore al capoverso successivo (nel terzo capoverso la frase di transizione conduce alla conclusione). Le
7 Un testo argomentativo non solo si svolge intorno ad un argomento (‘oggetto di discorso’), ma impiega anche serie di argomenti (‘prove’) per convalidare una tesi.
8 Dato un insieme di possibili opzioni, quella non marcata viene scelta per prima, in mancanza di elementi che ne facciano preferire altre. In termini informatici, si potrebbe dire che la scelta non marcata è quella di default per la maggior parte degli utenti.
9 In genere, per semplice amore della geometria testuale, ci si limita a tre per ciascun capoverso.
Il saggio breve in cinque capoversi 7
frasi di transizione possono anche mancare ed essere sostituite da elementi di collegamento collocati all’inizio del capoverso successivo (si veda, per un esempio di questa organizzazione, il saggio breve analizzato a partire da pagina 9).
La conclusione
In un testo informativo, la conclusione include solitamente (a) una ripresa dell’enunciato con il quale, nell’introduzione, si presentava l’oggetto del discorso; (b) una ripresa dei tre set di informazioni fornite nel corpo del testo e (c) un segmento conclusivo, che indichi che la discussione è giunta al termine e si ricolleghi, se necessario, al capoverso introduttivo, in particolare a quella sua sezione iniziale in cui, con quale artificio retorico o qualche frase ad effetto si è cercato di interessare il lettore al testo che aveva sotto gli occhi. In un testo argomentativo, invece, la conclusione include: a) una riformulazione della tesi; (b) la ripresa dei tre argomenti fondamentali; (c) il segmento conclusivo.
La struttura del saggio breve, in uno schema
Volendo riassumere, si può dire che il saggio breve ha la struttura presentata nel box seguente.
I. Introduzione
1. Introduzione al testo
2. Presentazione della questione/esposizione della tesi
3. Presentazione schematica della struttura del testo (blueprint)
4. Frase di transizione (opzionale)
II. Corpo del testo
a) Primo capoverso
1. Frase-chiave (topic sentence)
2. prima informazione/primo elemento di supporto
3. seconda informazione/secondo elemento di supporto
4. terza informazione/terzo elemento di supporto
5. Frase di transizione (opzionale)
b) secondo capoverso
1. Frase-chiave (topic sentence)
2. prima informazione/primo elemento di supporto
3. seconda informazione/secondo elemento di supporto
4. terza informazione/terzo elemento di supporto
5. Frase di transizione (opzionale)
c) terzo capoverso
1. Frase-chiave (topic sentence)
2. prima informazione/primo elemento di supporto
3. seconda informazione/secondo elemento di supporto
4. terza informazione/terzo elemento di supporto
5. Frase di transizione (opzionale)
III. Conclusione
1. Riferimento alla questione di partenza/riformulazione della tesi
2. Riassunto delle informazioni fornite/degli argomenti presentati
3. Chiusura, che si collega alla frase di apertura dell’Introduzione.
Box 1: Lo schema del Saggio breve
Il saggio breve in cinque capoversi 8
La struttura del capoverso
Il capoverso costituisce l’unità informativo-testuale di base nel saggio breve: la sua riconoscibilità in quanto elemento testuale autonomo è garantita sia da elementi semantico-informativi, sia da elementi testuali e paratestuali. Ciò significa, detto altrimenti, che il capoverso può essere identificato come elemento unitario del testo tanto perché presenta – pur essendo parte di un insieme più grande – un contenuto relativamente compiuto, quanto perché mostra espliciti segnali formali di apertura e di chiusura.
Per la precisione, un capoverso si presenta come compiuto dal punto di vista contenutistico in quanto risponde a tre requisiti fondamentali:
a quello di essere comprensibile in isolamento, ovvero di avere un senso ricostruibile anche a prescindere dai capoversi che lo precedono e lo seguono;
b quello di articolarsi intorno ad un tema principale, riconoscibile e isolabile;
c quello di poter essere riassunto e parafrasato.
Un capoverso, invece, si qualifica come unitario dal punto di vista formale quando mostra uno o più segnali (in genere interpuntori e paratestuali) che ne segnalano i confini: nei testi scritti, per esempio, a indicare la presenza di un confine di capoverso sono di solito un punto fermo ed un a-capo. Spesso tali elementi segnaletici minimali sono rafforzati da altri, come righe di bianco o rientri della prima riga di testo (si veda il box seguente).
Questo capoverso costituisce un’unità informativa perché il suo contenuto è compiuto ed unitario; può essere compreso in isolamento, si articola intorno ad un tema principale che può essere identificato, può venire riassunto e parafrasato.
Il capoverso si qualifica in quanto unità testuale anche perché presenta espliciti segnali di apertura e di chiusura: a delimitarne i confini sono la riga bianca che lo precede ed il punto (con a-capo) che lo segue.
Box 1: due capoversi, che si distinguono l’uno dall’altro per ragioni contenutistiche e formali
L’unitarietà di un capoverso (e, quindi, poi, del testo che ne è composto) non sorge spontaneamente: è il risultato di uno sforzo cosciente del suo autore che ne verifica costantemente l’organicità, applicando anche, talora, specifiche tecniche compositive.
Una di quelle più sfruttate nel caso di testi informativi ed argomentativi, ad esempio, è quella della costruzione a piramide rovesciata (o top-down) con frase-chiave (o frase-guida o topic sentence). Ne scriveremo più diffusamente nelle unità che seguono; per il momento sia sufficiente dire che essa prevede che si includa in ciascun capoverso, preferibilmente all’inizio, una frase che ne racchiude il messaggio fondamentale e che la si accompagni con altre che ne sono complemento ed espansione. Ciò garantisce, tra gli altri vantaggi, quelli dell’evidenza, della trasparenza e della memorabilità dei contenuti e offre al lettore frettoloso la possibilità di comprendere il testo anche solo scorrendolo. Si veda, per un esempio di capoverso redatto in modalità top-down con frase chiave, il Box 3.
La costruzione a piramide rovesciata con frase-chiave è informativamente funzionale: lo mostra questo capoverso il quale, dal momento che il suo contenuto è in qualche modo anticipato nella frase di apertura, risulta chiaro e
Il saggio breve in cinque capoversi 9
memorabile.Il lettore che volesse avere maggiori informazioni sull’argomento, naturalmente, potrebbe continuare a scorrere il testo, leggendo anche le frasi che seguono – questa inclusa – per scoprire nuovi particolari. Anche quello che tuttavia non volesse farlo, per fretta o disinteresse nei confronti della trattazione, potrebbe dire di essersi fatto un’idea sufficientemente adeguata del suo significato leggendo solo le prime tre righe di testo.
Box 3: Un esempio di capoverso a piramide rovesciata con frase-guida
Nel caso di un saggio argomentativo, la frase-guida dell’introduzione è costituita dalla tesi; la frase-guida della conclusione è rappresentata dalla sua riformulazione; le frasi-guida di ciascuno dei capoversi del corpo del testo provengono invece dallo sviluppo e dalla ripresa delle idee che – a sostegno della propria tesi – si sono presentate sommariamente nel blueprint (ovvero i tre argomenti di primo livello). Nel caso di un saggio informativo, invece, la frase-guida dell’introduzione è costituita dell’enunciato che presenta l’argomento trattato nel testo; la frase-guida della conclusione è rappresentata dalla sua riscrittura; le frasi-guida di ciascuno dei capoversi del corpo del testo sono invece l’approfondimento delle informazioni che si sono anticipate nel blueprint
Ad accompagnare la frase-guida, come si è già scritto nel paragrafo intitolato La struttura del capoverso, sono, nelle sezioni che compongono il testo, enunciati diversi per funzione e struttura. In particolare:
nell’introduzione, accompagnano la frase-guida e hanno funzione di supporto (1) l’introduzione al testo, (2) la presentazione schematica della struttura del testo (blueprint) e (3) la frase di transizione;
nel corpo del testo, in un saggio argomentativo, hanno questo ruolo (1) ciascuno degli argomenti usati per convalidare la frase-guida (in genere in numero di tre per ciascun capoverso) e (2) le frasi di transizione. In un testo informativo, invece, a complementare la frase-guida sono altrettanti enunciati in cui si forniscono informazioni via via più ricche e dettagliate:
a nella conclusione, accompagnano la frase-guida (1) il riassunto degli argomenti principali presentati e (2) il segmento conclusivo, che si collega alla frase di apertura dell’introduzione.
Presentiamo, nel paragrafo che segue, un esempio di saggio breve argomentativo, accompagnandolo con un breve commento. Di ciascun capoverso evidenziamo tipograficamente i componenti (le frasi-chiave, quelle di complemento informativo) nei loro ruoli specifici.
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Un esempio di saggio breve
Il difficile di essere un genitore moderno
Introduzione Frase di introduzione
Tesi Blueprint
Primo capoverso di supporto
Frase-guida Primo argomento di sostegno Secondo argomento di sostegno
Terzo argomento di sostegno
Riproposizioni di sit-com americane degli anni Cinquanta e dei primi anni Sessanta mettono in scena i problemi che i genitori di un tempo dovevano affrontare con i loro bambini ed i loro ragazzi. Allora i Cleaver rimproveravano Beaver, loro figlio, perché non si lavava le mani prima di mettersi a tavola; Gli Anderson sgridavano Bud, già dodicenne, perché non faceva i compiti; i Nelson non lasciavano uscire Ricky perché dimenticava sempre la sua camera in disordine. Ma oggi i tempi sono completamente cambiati. Essere un genitore oggi è molto più difficile di quanto non fosse una generazione fa. Oggi madri e padri devono proteggere i loro figli da un numero sempre crescente di elementi di distrazione, da materiale ad alto contenuto erotico e da situazioni potenzialmente molto pericolose.
I genitori d’oggigiorno devono cercare, prima di tutto, di controllare le fonti di distrazione che possono allontanare i ragazzi dallo studio. A casa ogni studente ha uno stereo e magari una televisione in camera. Non molti ragazzini sanno resistere alla voglia di ascoltare un Cd o di guardare un clip su Mtv – soprattutto quando si tratta di fare i compiti. Fuori di casa le tentazioni sono ancora più forti: i ragazzi non si fermano più a chiacchierare all’angolo sotto casa, a tiro di voce da mamma e papà che li richiamano perché facciano i compiti. Si ritrovano, invece, nei grandi centri commerciali, nei vari music-store o nei fast food pieni di luci. Persino a scuola non mancano distrazioni: oggi tutti i ragazzi hanno un cellulare, con i quali possono inviare in qualsiasi momento messaggi ai loro amici o riceverne; possono persino iscriversi a mailing-lists, che li bombardano di SMS e li rendono, costantemente disattenti. I genitori ed i compiti a casa hanno ovviamente grosse difficoltà a competere con queste stimolanti alternative.
Secondo capoverso
di supporto Collegamento con il capoverso precedente Frase-guida Primo argomento
Oltre a dover affrontare queste fonti di distrazione, i genitori devono proteggere i loro figli da un vero e proprio diluvio di materiale erotico. Oggi i ragazzi possono trovare giornali pornografici e libri a contenuto erotico nello stesso negozio all’angolo in cui un tempo si vendevano solo fumetti e lecca-lecca. I giovani non
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di sostegno Secondo argomento di sostegno
Terzo argomento di sostegno vedono i nudi sfuocati di una generazione fa, ma l’esplicitezza grossolana di Playboy o Penthouse, quando va bene. E c’è di più: i film che essi guardano sono spesso incentrati su situazioni intensamente sensuali. È difficile inculcare nei ragazzi i valori tradizionali quando i film mostrano insegnanti che seducono i loro alunni e dei teenager che considerano il sesso come un’attività del tutto paragonabile alla partita di calcio. Un problema ancora più grave è costituito dal contenuto pesantemente erotico dei programmi televisivi. Premendo un semplice tasto i nostri figli possono vedere star delle telenovelas che si rotolano nel letto o, sempre più spesso, guardare programmi via cavo dove la nudità è di casa.
Terzo capoverso
di supporto Frase-guida Collegamento con il capoverso precedente Primo argomento di sostegno Secondo argomento di sostegno
Terzo argomento di sostegno
Conclusione Riformulazione della tesi Collegamento con l’introduzione
Il problema più difficile da affrontare per i genitori del giorno d’oggi, in ogni caso, è l’incremento delle situazioni pericolose, addirittura potenzialmente mortali a cui sono esposti i giovani. Quando i figli sono ancora piccoli, i genitori temono che possano essere vittime di violenza. Tutti i telegiornali parlano di omicidi che fanno le loro vittime tra le bambine, di pedofili che seppelliscono bambini in cantina, o di un’organizzazione criminale votata alla produzione di pornografia che molesta i bambini dell’asilo. Quando poi i figli crescono, i genitori cominciano a preoccuparsi della droga. La pressione esercitata dai coetanei perché provino ad usarla è spesso più forte degli avvertimenti del padre o della madre e può essere fatale. Infine, anche se i ragazzi riescono ad evitare i rischi associati all’uso di droga, devono comunque riuscire a resistere all’allettamento del bere. Per quanto l’alcool abbia sempre costituito un’attrattiva per i teenager, alcune ricerche indicano che oggi essi tendono a bere molto più di un tempo. Come sanno molti genitori, le conseguenze di questa passione possono essere mortali, soprattutto quando l’abuso di alcoolici si lega alla guida.
Nel giro di una generazione, il mondo è cambiato radicalmente. Ci si chiede se le madri ed i padri di un tempo sarebbero stati in grado di affrontare i problemi di oggi. Gli Anderson sarebbero riusciti a tenere Bud lontano da Mtv? E i Nelson avrebbero potuto proteggere Ricky dalla stampa pornografica? I Cleaver sarebbero stati in grado di allontanare Beaver da droga ed alcool? I genitori devono essere consci di queste fonti di distrazione e di questi potenziali problemi e – allo stesso tempo – devono porsi nella condizione di garantire ai ragazzi la libertà che occorre loro per farli diventare adulti responsabili. E non è facile.
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Commento
L’introduzione si apre cercando di attrarre l’interesse del lettore con il riferimento a show televisivi d’annata, che dipingono una realtà acutamente contrastante con quella attuale; ciò consente all’autore di introdurre la propria tesi secondo cui “Essere un genitore oggi è molto più difficile di quanto non fosse una generazione fa”. Quello di introdurre il proprio testo con materiale che contrasta con quello che segue è un artificio molto usato, soprattutto nei testi giornalistici, ma consigliabile anche in altre occasioni. Si deve notare, all’interno dell’introduzione, la presenza del blueprint, che ha la funzione di presentare al lettore il contenuto dei capoversi di supporto. Si noti che, per quanto utile, il blueprint deve essere riservato ai casi in cui sia realmente necessario, e cioè soprattutto ai testi argomentativi piuttosto lunghi e complessi. La sua presenza in altri casi (come in questo, in cui però esso viene introdotto su richiesta del docente) rischia di fare apparire il testo un po’ meccanico.
L’autore sostiene la sua tesi attraverso argomenti relativamente informali, presentando, cioè, serie di esempi e rimarcando il contrasto tra i bei tempi andati e il giorno d’oggi.
Gli esempi su cui si incentra il corpo della trattazione vengono disposti a formare un climax ascendente (ordine enfatico), segnalando prima le cose meno gravi, poi quelle più preoccupanti. All’interno di ciascun capoverso, il materiale è ordinato secondo logiche variabili: nel primo spazialmente (si citano prima le fonti di distrazione domestiche e poi quelle che i ragazzi incontrano fuori casa), nel secondo enfaticamente (si fa riferimento prima ai giornali pornografici e poi ai programmi televisivi, il cui accesso è meno controllabile ed il cui effetto è perciò più insidioso), nel terzo cronologicamente (si va dai rischi corsi dai bambini a quelli cui sono esposti i ragazzi).
Ogni capoverso di supporto si apre con un periodo guida e l’unità del testo è segnalata dall’abbondante (a volte persino eccessiva) presenza di legamenti (elementi del testo quali, ad esempio invece, inoltre …), di sinonimi e parole semanticamente collegate tra loro (erotico … sensuale … sesso … nudità; fonti di distrazione … stimolanti alternative), di proposizioni con funzione riassuntiva (Oltre a dover affrontare queste fonti di distrazione …).
Il testo appare molto strutturato; persino troppo. In effetti l’eccessiva fissità del modello costruttivo (in tutti i capoversi un periodo guida posto all’inizio; a chiudere l’introduzione un blueprint che riprende troppo evidentemente il tema dei tre capoversi che seguono; un certo scrupolo eccessivo di rendere evidenti i trapassi logici tra una parte del testo e l’altra) mettono a nudo l’artificio architettonico. Nel caso del testo che abbiamo presentato, ciò è richiesto dall’esercitatore, ed ha una sua giustificazione didattica. In altri documenti – come quelli professionali – l’autore può mostrarsi meno didascalico: una solida strutturazione deve essere presente anche in quelli, naturalmente, ed il loro dettato deve essere altrettanto chiaro, ma non tutto deve essere scolasticamente esplicito: una testo troppo predicibile finisce il divenire poco stimolante e a perdere forza di impatto. Nel caso in esame a rendere meno forte l’impressione di elementarità schematica sarebbe stato sufficiente posticipare il periodo guida in uno dei capoversi, o magari omettere del tutto il blueprint o, ancora, limare qualche congiunzione sostituendola con dei segni interpuntivi…

mercoledì 30 maggio 2012

ATTIVATO TUTOR DI LATINO

Creazione classe

La classe LICEO GINNASIO BENEDETTO CAIROLI, classe 3C, A.S. 2011/2012 è stata correttamente creata.
Puoi invitare gli studenti ad entrare direttamente a far parte della classe tramite il seguente indirizzo web
http://cicero.maieuticallabs.it/cicero/athome/associa_classe/PV/19/248
oppure dire loro di seguire il percorso per concludere la registrazione.

lunedì 21 maggio 2012

tutor latino

proposta di provare una demo:
 se andate su questo sito,o semplicemente digitate Cicero tutor avrete la possibilità di provare un programma  di aiuto alla traduzione  :


file:///C:/Users/user/Desktop/CICERO%20Latin%20Tutor.htm

libro del mese


Libro del mese di Ballarini Camilla
La versione di Barney di Mordecai Richler

Barney Panofsky è un produttore televisivo e  passati i sessant'anni, decide di scrivere una autobiografia. Barney decide di scriverla per dare una sua versione su tutti i fatti che sono avvenuti durante la sua vita. Mentre la sta scrivendo le cose che gli vengono in mente sono confuse e tutto quello che gli è successo in passato si mescolo con il presente non sapendo distinguerli. Difatti ci sono molti flashback per esempio di quando stava con sua moglie alcolizzata a quando viveva una vita ricca. Il libro è diviso in 3 parti dove in ogni parte parla di una mogli diversa; nella prima parte parla di Clara Charnofsky che era una pittrice che poi si suicida a parigi inevce la seconda parte parla di una ricca ereditira che Barney sposa senza esserne davvero innamorato e infatti divorzia presto invece la terza parte della sua vita parla di Miriam l’ unica donna che ha mai amato e da lei ha 3 figli Michael, Saul, Kate. Ma dato che non i suoi ricordi sono confusi in ogni parte della sua vita troviamo degli episodi dove le troviamo tutte e tre.Le memorie di Barney vengono poi pubblicate dopo la sua morte con le correzione delle sviste di Barney, dal figlio Michael chescrive anche il seguito del libro dove si spiega il motivo dei suoi vuoti dovuti alla Alzheimer e viene  chiarito il mistero sulla morte di Boogie.

concorso Dante

Adesso che la lettura dei canti dell'Inferno è conclusa,se volete potete pensare a partecipare a un concorso:

Premio di lettura dantesca La Selva, il Monte, le Stelle
www.loescher.it/dante
 
L’Accademia della Crusca e Loescher Editore promuovono un premio di lettura nelle scuole, per continuare a far sentire la voce di Dante attraverso le voci dei ragazzi.

Se ogni studente italiano leggerà un canto, o anche solo una terzina dantesca, presentandola a modo proprio, e vorrà inserire in Rete il proprio lavoro, il risultato finale sarà una straordinaria opera collettiva. I volti e le voci dei ragazzi per presentare, attuale e vivissimo, il poema che più di ogni altro ha forgiato nei secoli la nostra identità.
Chi può partecipare
Tutti gli studenti della scuola secondaria di primo e di secondo grado.
Sono previste quattro categorie:
• singoli;
• gruppi (da 2 a 10 persone);
• classi (coordinate da un adulto);
• scuole (coordinate da un adulto).

Come si partecipa
• Ciascun partecipante (singolo, gruppo, classe o scuola) deve accreditarsi on line all’indirizzo www.loescher.it/dante.
• Una volta effettuata l’iscrizione e accettate le condizioni di partecipazione, può scegliere un Canto (fra tutti i 100 Canti della Commedia) e “prenotarlo”.
• Dovrà quindi realizzare un filmato della lettura o recitazione dell’intero Canto, in uno dei seguenti formati: avi, mpeg, mpeg2, mpeg4, wmv, mov, flv, 3gp.
• Il filmato dovrà essere inserito nel sito, all’indirizzo www.loescher.it/dante/upload.
• Tutti i filmati pervenuti entro i termini del premio saranno pubblicati on line.

Chi vota
Ciascun filmato verrà sottoposto a una triplice giuria:
• la giuria popolare: chiunque, collegandosi al sito, può esprimere un voto su qualunque filmato;
• la giuria Loescher, costituita da dipendenti e collaboratori della Casa editrice;
• il Comitato scientifico dell’Accademia della Crusca.

Che cosa si vince
• L’intera Divina Commedia recitata dai ragazzi verrà pubblicata da Loescher Editore in un cofanetto: di ogni Canto, si sceglierà la resa migliore. Il cofanetto sarà inviato gratuitamente a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione dei 100 Canti pubblicati.
• I vincitori di ogni categoria (singoli; gruppi; classi; scuole) avranno la possibilità di devolvere a una ONG o ONLUS un premio in denaro del valore di 1.000,00 €.

Sito di riferimento: www.loescher.it/dante