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mercoledì 7 marzo 2012

recensione "nati due volte"

Frigerio viene avvertito da una bidella, mentre è a scuola (è un insegnante di scuola superiore), che sua moglie è in ospedale e che sta per nascere suo figlio. Il parto della moglie si presentava lungo e difficile; non era stato praticato il cesareo e il bambino è nato con molta difficoltà. Il padre vede anche che il proprio figlio è diverso dagli altri che osserva nelle incubatrici: l’aspetto fisico era in parte deforme “Tetraparesi spastica distonica”. E' il biglietto da visita con cui Paolo, figlio del professor Frigerio e della moglie Franca, si presenta al mondo. Superato l’iniziale smarrimento, la famiglia deve decidere di vivere, anche perché c’è già un figlio maggiore, Alfredo che è normale e che apparentemente non prova per Paolo né solidarietà né eccessivo affetto, vittima della più classica sindrome da gelosia di chi, abituato alle luci dei riflettori, le vede spostarsi sul nuovo arrivato. I genitori ma anche tutti i parenti, sono increduli, spaventati e impreparati all' arrivo di un bambino diverso da tutti gli altri. Dopo aver capito che è inutile scaricarsi le colpe a vicenda, cominciano i colloqui con medici e specialisti, cominciano le continue visite e i continui problemi che un bambino disabile deve affrontare ogni giorno anche per le azioni che possono sembrare le più semplici. I genitori cercano comunque di aiutarlo a crescere. Grazie all'amore e alla pazienza della madre e agli insegnamenti del padre, che aiutando il figlio ad uscire dalla minoranza, scopre un nuovo mondo, un’arte di sopravvivenza ovvero l’arte di vivere non per essere normali ma solo se stessi, e all'aiuto della psicologa, della maestra elementare e di alcuni medici, Paolo compie notevoli progressi. Acquista la sua libertà (come quando va da solo a scuola in go-kart ), riesce a farsi rispettare ed amare da tutte le persone che lo circondano (come quando parla all' assemblea della scuola). I bambini disabili nascono due volte, la prima li vede impreparati al mondo, la seconda è affidata all’amore degli altri.

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