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mercoledì 25 gennaio 2012

analisi Mostellaria

Teopropide, padrone di Tranione e Grumione, è partito per l'Egitto lasciando il figlio Filoachete da solo ad Atene e quest'ultimo ha sfruttato l'assenza del padre per darsi ad una vita smodata e di bagordi. Il primo atto è caratterizzato da un banchetto i cui ospiti sono l'amico Callimadate, la prostituta Delfia, Scafa, Filemanzia e lo stesso Filoachete. Questa scena si protrae anche nel secondo atto caratterizzato dal sopraggiungere di Tranione che ha scoperto dell'imprevisto arrivo di Teopropide al porto di Atene; a questo punto il servo attua il suo piano: fa nascondere i banchettanti all'interno della casa e ferma Teopropide, ormai sulla soglia, dicendogli che l'abitazione era infestata dal fantasma di un uomo ucciso molti anni prima dal precedente padrone di casa. Il terzo atto si svolge principalmente nella piazza della città dove l'usuraio incontra Tranione e anche Teopropide giunge nella piazza così viene a sapere del prestito effettuato da Misargiride (l'usuraio). Il servo escogita quindi un nuovo stratagemma affermando che il denaro serviva a comprare un'altra abitazione; il padrone chiede quindi di poterla vedere e il servo gli mostra quella accanto alla sua, ovvero quella del vicino Simone. Tranione chiede a quest'ultimo, ingannandolo, se poteva fa vedere la casa al suo padrone perchè intendeva ristrutturare la sua secondo questo modello. In seguito Teopropide torna da Simone per parlare dell'affare e scopre l'inganno nel quale era caduto, così invia a casa sua gli schiavi di Simone e coglie il figlio sul fatto. Solo l'intervento di Callimadate, che promette di soddisfare ogni debito personalmente, salva Tranione e il Filoachete dall'ira del padrone.
La commedia si presenta divisa in cinque atti, ognuno di questi è diviso in un numero di scene diverse, la distinzione tra esse si basa sull'aggiunta o sostituzione dei personaggi ma anche sul cambiamento della scenografia. Esiste un'unica fabula che coincide con l'intreccio, questo si articola con: una scena iniziale che caratterizza il primo atto e la parte iniziale del secondo, un colpo di scena ovvero quando Tranione vede tornare Teopropide prima del previsto, degli ostacoli da superare ossia quando il servo tenta di tenere il suo padrone lontano dall'abitazione e mentendogli su come è stato sperperato il denaro; la commedia si conclude con la situazione finale dove Tranione confessa tutte le sue bugie e Teopropide perdona sia questo che il figlio. Per quanto riguarda l'indicazione temporale si ipotizza che la vicenda avvenga di giorno e probabilmente subito dopo l'ora di pranzo, riguardo lo spazio l'ambientazione è molto realistica e la vicenda si svolge prevalentemente all'esterno. La struttura dialogata evidenzia un personaggio alla volta, le battute sono per la maggior parte brevi così da dare un ritmo veloce e da creare un clima di tensione maggiore. Il linguaggio utilizzato è quotidiano, solamente Grumione utilizza un linguaggio estremamente volgare (vedi atto I) e non sono presenti figure retoriche o giochi di parole. La mostellaria con altre venti commedie appartiene al "De comoediis Plautinis", un'opera di Varrone che raccoglie oltre a queste 21 un totale di circa 130 commedie. Nella mostellaria come nello Pseudolus, nell'Epidicus, nel Miles Gloriosus, nell'Asinaria, nel Poenulus il servo diventa uno dei protagonisti fondamentali dell'intera commedia, questo può essere servo raggiratore, parassita oppure il giovane innamorato della storia. Nelle "commedie del servo" quest'ultimo è affiancato dalla Fortuna, forza onniscente, che ha un valore stabilizzante perchè senza di esse il servo dominerebbe totalmente la trama.

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