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giovedì 15 dicembre 2011

legggere per scrivere-recensioni

Federica Tessari
3 C Liceo Scientifico B. Cairoli
Recensione sul libro “ Addio alle armi” di Ernest Hemingway

“Erano sudati, coperti di polvere e stanchi. Alcuni avevano l’aria malandata. Un soldato giunse dopo l’ultimo ritardatario. Camminava zoppicando. Si fermò e si sedette sul ciglio della strada. Scesi e gli andai incontro. “Cosa succede?” Mi guardò e poi si alzò. “Sto andando avanti.”
“Cos’è che non va?” “… la guerra.””
Con queste parole, secondo me, si capisce a pieno tutto lo sfondo di questo romanzo pieno di tristezza e desolazione che lascia una guerra combattuta senza ideali. Siamo nel 1917 nel bel mezzo della Prima Guerra Mondiale. Frederich Henry, il protagonista, è un ragazzo inglese che è venuto in Italia per partecipare volontariamente alla guerra spinto da motivazioni idealiste e da una visione di essa quasi fantastica. Frederich durante il suo percorso, parlando con alcuni dei suoi colleghi autisti di ambulanze, capisce di non essere più convinto e di aver fatto un errore ad arruolarsi. ”La classe che controlla il paese è stupida e non capisce niente e non capirà mai niente. È per questo che c’è questa guerra.” Oltre a seguire un percorso di tipo interiore sulle proprie scelte si affianca anche un lato sentimentale del romanzo. Frederich infatti, conosce un’infermiera Catherine Barkley con cui inizialmente ha dei rapporti occasionali mentre poi si diventa una storia d’amore passionale e piena di veri sentimenti al punto tale che il protagonista dichiara: “Avevo una vita piena d’ogni cosa. Ora se non sei con me non ho niente al mondo.” Nell’ottobre dello stesso anno, però, il fronte italiano crolla a Caporetto. Cosi Frederich si ritrova coinvolto in una confusa ritirata insieme ad altri soldati che cercano di scappare ovunque. Proprio nel momento in cui dovrebbe attraversare il ponte sul Tagliamento viene fermato dalla Battle Police per il suo accento straniero; ma fortunatamente si salva tuffandosi nel fiume. Il nostro protagonista riesce a raggiungere la Barkley a Stresa ma subito dopo intraprendono il viaggio per arrivare nella terra neutrale di tutti i tempi, la Svizzera, poiché Frederich continua a essere ricercato. Nel momento in cui la felicità sembra essere raggiunta, Catherine partorisce il loro primo figlio che muore dopo poco e a seguire, muore anche lei. “Se la gente porta tanto coraggio in questo mondo, il mondo deve ucciderla per spezzarla, così naturalmente la uccide. Il mondo spezza tutti quanti e poi molti sono forti nei punti spezzati. Ma quelli che non spezza li uccide. Uccide imparzialmente i molto buoni e i molti gentili e i molti coraggiosi. Se non siete fra questi potete esser certi che ucciderà anche voi, ma non avrà una particolare premura.” Il romanzo quindi si conclude con la morte dell’amata e del figlio neonato, la fine della Guerra e il tenente Frederich Henry che se va per la città alla ricerca di ritrovare sé stesso. Ho trovato questo romanzo, nella sua complessità, gradevole e interessante. Interessante perché è tratto da un’esperienza vissuta realmente dall’autore Ernest Hemingway e ciò traspare molto dalla sue parole di intesa partecipazione con la storia narrata. Il linguaggio utilizzato è scorrevole e semplice con molte descrizioni sui luoghi della Guerra, forse troppe secondo il mio parere. Alcune frasi d’effetto mi hanno colpito molto soprattutto per la loro semplicità e la loro crudeltà e freddezza nel modo in cui vengono espresse. Io penso che non sia un classico libro da leggere in vacanza senza pensieri per la testa perché è un romanzo pieno di realtà storica e bisogna avere una certa concentrazione per capirlo fino in fondo.

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