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venerdì 18 maggio 2012

RELAZIONE LIBRO DEL MESE


L'ISOLA DEI MORTI

Ambientato nella laguna veneziana, L'isola dei morti è un racconto che si ispira al ritrovamento del relitto di una nave risalente al XIV secolo presso l'isola di San Marco in Boccalama., usata come luogo di sepoltura dei morti di peste del  1348. La fondazione inglese Foster, grazie ai versamenti del prodigo fondatore, si occupa di recuperi archeologici in mare ed è proprio la suddetta fondazione a finanziare lo studio del relitto. La conduzione del progetto viene affidata a Michael Liddel-Scott, il rappresentante della citata fondazione. Egli si avvale dell'aiuto di un gruppo di specialisti italiani: Lucio Masera il topografo del gruppo, in grado di seguire le antiche vie;Rocco Barrese,un filologo romanzo che insegna letteratura medievale a Ca’ Foscari;  Stefano Marras, uno dei sub che si è occupato del relitto insieme ad Alberto Fossa ed infine Agostino Fanti, il tecnico specializzato in informatica. Oltre al relitto della nave, il gruppo di specialisti trova una pergamena che potrebbe rinviare ad un messaggio in codice. Nell’isola vengono ritrovati  molti scheletri, segno che, un tempo, proprio l’antico approdo era luogo di sepoltura dei morti di peste del 1348. Tra questi ce n’è uno che nasconde un tesoro dal valore inestimabile: un antico codice che porterebbe al rinvenimento della prima stesura del capolavoro dello scrittore toscano Dante Alighieri. Questo enigma viene risolto da Masera il quale dopo una serie di complicazioni (la pergamena viene rubata da Liddel-Scott, ma il gruppo di specialisti riesce a registrare il momento in cui quest’ultimo legge le parole scritte sulla pergamena) e dopo che l’amico Barrese riuscì a decifrare le parole incise sulla nave, Lucio riesce a svelare l’enigma: un uomo si impossessa dell’autografo della Divina Commedia di Dante Alighieri, facendo eseguire una copia e successivamente spedendola al figlio del poeta Pietro, che curò il primo commento. L’uomo è probabilmente incaricato di trasportare sulla nave i morti di un’epidemia e fra quelli anche il cadavere in cui è nascosto il tesoro. Lo sbarca a terra e lo seppellisce, quindi torna a bordo. Qui si consuma l’ultimo dramma. I membri dell’equipaggio dipendenti del mandante, hanno praticato dei fori nella cinghia e hanno rinchiuso l’uomo nella stiva prima di andarsene. A quel punto la nave stava affondando e il poveretto fa quello che può per trasmettere ai posteri la verità. Scrive queste poche righe se un foglio di pergamena. Una volta arrivati a questa conclusione, dopo alcuni momenti in cui il dubbio e lo sgomento avvolsero le menti degli specialisti, giungono sul posto vicino al luogo in cui viene ritrovata la nave, e incominciano a scavare. Riescono a trovare un pezzetto di pergamena. Chissà se proprio quel minuscolo frammento rappresenta l’ultima reliquia dell’opera di Dante …                                    
Rispose alla fine Lucio “Potrebbe e appena saremo in grado di leggere queste lettere, tu potrai dire se abbiamo in mano un lembo di paradiso, o un pezzo d’inferno.”

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