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mercoledì 15 febbraio 2012

In ricordo della Shoah

Il 27 gennaio, giorno in cui sono stati abbattuti i cancelli di Auschwitz, si celebra il Giorno della Memoria in ricordo delle vittime dell’Olocausto, una ricorrenza fondamentale per non dimenticare ciò che è accaduto per volere dell’uomo.
Con il termine Olocausto si intende la persecuzione e lo stermino sistematici di circa sei milioni di Ebrei e di tanti "diversi" (dissidenti politici, zingari, testimoni di Geova, omosessuali) attuati con burocratica organizzazione dal regime nazista.
L’odio particolare verso gli Ebrei, tuttavia, precede l’età moderna. Tra le più comuni manifestazioni di antisemitismo nella Storia ricordiamo violente sommosse popolari scatenate contro gli ebrei, accusati delle più terribili nefandezze, dall’assassinio di Gesù all’uso di sangue di bambini cristiani a scopo rituale.
Il Partito Nazista, fondato nel 1919 da Adolf Hitler, dà espressione politica alle teorie sul razzismo. In parte, il partito basa la propria popolarità proprio sulla diffusione della propaganda anti-ebraica. Milioni di persone comprano il libro di Hitler Mein Kampf (La mia battaglia) in cui si reclama l’allontanamento degli Ebrei dalla Germania. Vengono create una serie di leggi antisemite e viene ordinato il boicottaggio economico degli Ebrei.
Nel 1935, le Leggi di Norimberga introducono una definizione razziale degli Ebrei, basata sulla diversità di “sangue”, e ordinano la totale separazione della popolazione “ariana” da quella “non ariana”. In questo modo, i nazisti stabiliscono una visione gerarchica della società, basata sulle differenze di razza.
La notte del 9 novembre 1938, in tutta la Germania e in Austria, i Nazisti distruggono diverse sinagoghe e le vetrine dei negozi dei cittadini ebrei (la Notte dei Cristalli). Tale episodio segna il momento di passaggio a una nuova fase di distruzione, nella quale il genocidio diventerà l’obiettivo centrale dell’antisemitismo nazista.
Uomini, bambini e donne vengono strappati dalle loro case e condotti nei campi di concentramento o di sterminio. Diversamente dai primi, che servono principalmente come campi di detenzione e di lavoro, i secondi (anche conosciuti come “campi della morte”) sono quasi esclusivamente vere e proprie “fabbriche di morte”.
E’ così che nei lager di Dachau, Mauthausen, Buchenwald, Auschwitz e Belzec , ecc., gestiti da circa 20mila soldati tedeschi selezionati per la loro fedeltà ad Hitler, si consuma il più grande genocidio della storia umana.
Ad ogni ebreo viene tatuato un numero di identificazione che rappresenterà il suo nuovo ed unico nome. Per i deportati, accomunati dalla sofferenza, comincerà un cammino lento e privo di speranza, durante il quale ogni uomo stenterà a riconoscere la persona che è stata e che è ora costretta ad essere.
Le donne sono private della loro dignità ed intimità, vengono loro tagliati i capelli, subiscono atroci violenze, sono denutrite, costrette a lavorare e a morire di fatica e di stenti.
Come gli uomini sono obbligate a lottare per un pezzo di pane e così i loro mariti e i loro figli ai quali, tra gli orrori dei campi, viene negata l’infanzia e l’adolescenza.
I detenuti possono essere puniti sulla base di qualsiasi genere di colpa: per aver raccolto una mela, per essersi tolti un dente d’oro in cambio un pezzo di pane, perché troppo lenti nel lavoro o stremati dalla fatica.
A vecchi ed inabili al lavoro non è concesso il lusso di sperare: vedono terminare la loro esistenza senza attesa.
Spesso radunati con la speranza di potersi lavare, vengono mandati in docce dai cui rubinetti non scende acqua…..
Dobbiamo ricordare ogni singolo uomo, che ha combattuto per la propria esistenza, che ha continuato a sperare per la propria libertà.
Ma non solo, non ci dobbiamo scordare della crudeltà e della brutalità dei carnefici che ponevano fine a milioni di vite e che, forse ribellandosi, avrebbero potuto variare il corso della storia.
La Giornata della Memoria rappresenta un’occasione di preziosa reminescenza collettiva, ma deve anche essere un’assunzione di responsabilità nel presente e per il futuro, affinché non si perdano di vista i valori democratici e civili necessari a contrastare ogni manifestazione di razzismo e antisemitismo ancor oggi presenti in Italia e in Europa.
Razzismo e xenofobia si combattono ricordando il passato ogni giorno: ”Ripetetele ai vostri figli, o vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca, i vostri nati torcano il viso da voi ”( Primo Levi).
da Alessandra

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