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mercoledì 15 febbraio 2012

Lettura del mese

UN CUORE ARIDO di Carlo Cassola

A Marina di Cecina, due sorelle, rimaste orfane fin dalla giovane età, vivono con la loro zia che fa la sarta.
Anna Cavorzio ha diciotto anni. Ha i capelli corti, con una frangetta che le copre la fronte, ha il naso bel modellato, le labbra ben disegnate e in rilievo, “ma il bello di Anna erano gli occhi: verdi, cosa rara in una bruna e la voce: rauca, quasi cavernosa, che sulle prime poteva riuscire sgradita, poi si rivelava incantevole.” (pag 15).
La stagione estiva giunge al termine, un giovane del luogo, Enrico, corteggia Anna ma la fanciulla lo respinge con rabbia.
Incapace di dimostrare i propri sentimenti, osserva con distacco la realtà della provincia in cui vive, prendendo le distanze dai coetanei e dal loro modo, a volte gioioso, a volte drammatico di affrontare le piccole quotidianità.
Anna sorride delle loro paure e della loro mentalità chiusa, si sente immune dalle passioni adolescenziali; quando però scopre per la prima volta l’amore, la sua vita viene sconvolta.
Mentre Anna è una ragazza ritrosa, dura e caparbia, Bice la sua consanguinea è l’opposto, equilibrata e tranquilla. Durante l’autunno, la ragazza conosce un soldato, si innamora e si fidanza.
Una sera, mentre Anna fa ritorno a casa, incrocia il militare che la scambia per la sorella; il giorno dopo, alle prove del teatro, rincontra il giovane che si rivela essere il nuovo attore della compagnia teatrale.
Anna e Mario cominciano a parlare, a scherzare; la fanciulla viene a conoscenza della relazione del giovane con Bice, ma nonostante ciò, si innamora follemente del giovane.
Inizia così la loro segreta storia d’amore, assoluta ed esclusiva; amoreggiano nei boschi, in casa, mentre la sorella è a letto, ammalata, nella stanza accanto.
I due si scambiano baci, coccole, tutto è perfetto, ma improvvisamente arriva una brutta notizia: Mario deve partire per l’America, deve andare a lavorare dallo zio che gli ha trovato un’occupazione. Prima della separazione, i due amanti fanno l’amore, spinti da un sentimento tra rabbia e desiderio.
Mario parte e non dà più sue notizie, le due sorelle soffrono per diversi mesi perla perdita del giovane; Anna però torna a sentirsi libera, ad avere aspettative per il futuro; durante l’estate si diverte, va a ballare allo chalet, ritorna ad essere una ragazza spensierata: il ricordo di Mario si sbiadisce, ma non scompare.
Una sera d’estate, a Livorno, conosce Marcello, un giovane di ventisei anni. Anna inizialmente è diffidente e schiva, poi gli concede un ballo.
I due vanno sulla spiaggia, Marcello le strappa un bacio che segnerà l’inizio di una serie di incontri “La sua volontà cercò di resistergli. Era assurdo quello che stava succedendo, ma era troppo stanca”, “ Chiuse gli occhi e lasciò che si compisse ciò che la vita aveva stabilito” (pag. 222).
Anna, impulsivamente, lascia Marcello, non per paura, ma perché ha capito i propri sentimenti. La giovane ha però perso la reputazione: uno “scarto”, dopo la concessione al proprio fidanzato, nel piccolo paesino, significa disonore.
Bice, nel frattempo, decide di sposarsi con Enrico, il ragazzo che alcuni anni prima faceva la corte ad Anna.
Anna, dopo il matrimonio e dopo aver accompagnato alla stazione gli sposi, diretti a Roma per il viaggio di nozze, torna a casa. È felice per la sorella, ma allo stesso tempo, è dispiaciuta per la sua assenza.
Anna riceve una lettera, non è da parte di Beatrice, ma da parte di Mario che le chiede di sposarla. La giovane gli risponde, confessandogli il suo “ tradimento”, non accetta la proposta ma gli promette eterno amore.
Anna non ha paura del futuro, vive il presente, assaporandone ogni momento, anche il più semplice “Anna non provava invidia. Era ormai una donna soddisfatta, quieta e saggia; non aveva desideri né rimpianti, - ma soprattutto - non temeva la solitudine” (Pag. 315).


Un cuore arido è una storia all’inizio travolgente, ma con un finale deludente. La prima parte del romanzo crea un effetto di suspence incredibile che sembra precedere una conclusione inaspettata e coinvolgente, ma non è così. La fine è piuttosto banale e triste.
Questo romanzo mi ha mostrato i cambiamenti che sono avvenuti, nell’ultimo secolo, nel modo di pensare e di atteggiarsi; prima le ragazze si facevano mille problemi su come comportarsi in pubblico per paura dell’opinione della gente, in particolar modo per ciò che riguardava la sfera sentimentale e sessuale: in teoria, avrebbero dovuto concedersi solo a colui che avrebbero sposato.
Rimango incantata quando sento la mia nonna che racconta della sua adolescenza, del modo in cui si vestiva, dei discorsi che faceva con i ragazzi e della paura che aveva di soffermarsi più del dovuto a parlare con mio nonno, con il quale era già fidanzata a quindici anni. Mai nella sua vita ha affrontato discorsi riguardanti l’affettività, né con la sua mamma né con la mia. Solo ora che è nonna affronta l’argomento per metterci in guardia dall’altro sesso con strani giri di parole e con tanta tenerezza.
Oggi invece, tra le ragazzine, chi ha più fidanzati è la più “ figa” e il desiderio più grande è quello di attirare l’attenzione di tutti.
Non dico che bisogna essere pudici e ritrosi come nel passato, l’eccesso è comunque sempre sbagliato, l’ideale sarebbe trovare la giusta misura in ogni cosa, facendosi guidare dal buonsenso.



da Alessandra

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