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mercoledì 30 novembre 2011

Da Alessandra

RECENSIONE : “La solitudine dei numeri primi”

Mattia e Alice, a causa del loro passato, sono incapaci di vivere una vita normale, non riescono a relazionarsi con il mondo esterno e sono incapaci di trovare un equilibrio anche tra di loro, pur condividendo momenti e sentimenti comuni, primo tra questi, la solitudine; come “ i numeri primi sono divisibili soltanto per 1 e per se stessi. Se ne stanno al loro posto nell’infinita serie di numeri naturali, schiacciati come tutti fra due, ma un passo in là rispetto agli altri. Sono numeri sospettosi e solitari e per questo Mattia li trovava meravigliosi. Certe volte pensava che in quella sequenza ci fossero finiti per sbaglio, che vi fossero rimasti intrappolati come perline infilate in una collana. Altre volte, invece, sospettava che anche a loro sarebbe piaciuto essere come tutti, solo dei numeri qualunque, ma che per qualche motivo non ne fossero capaci. Il secondo pensiero sfiorava soprattutto di sera, nell’intrecciarsi caotico di immagini che precede il sonno, quando la mente è troppo debole per raccontarti delle bugie.

Tra i numeri primi ce ne sono ancora più speciali. I matematici li chiamano primi gemelli: sono coppie di numeri primi che se ne stanno vicini,anzi quasi vicini, perché fra di loro vi è sempre un numero primi che gli impedisce di toccarsi per davvero. Numeri come l’11 e il 13, come il 17 e il 19, il 41 e il 43. Se si ha la pazienza di andare avanti a contare, si scopre che queste coppie via via si diradano.” (pag 129).

I protagonisti sono quindi due persone particolari che vivono due infanzie compromesse da un pesante fardello che trascinano fino all’età adulta. Tra gli amici, in famiglia, portano dentro e fuori i segni di questo terribile passato. La consapevolezza di essere diversi accresce le barriere che li separano dal mondo fino a portarli a un completo isolamento.

L’autore descrive il tormento di queste due giovani esistenze attraverso parole commosse in un’opera delicata e, allo stesso tempo, terribile. Le descrizioni quasi elementari dei primi capitoli, quando le vite di Mattia e Alice devono ancora incrociarsi, lasciano il posto a pensieri complessi man mano che la vicenda procede. Il linguaggio si affina, le frasi si intrecciano, la sintassi si complica.

IL MIO COMMENTO:
Credo che questo libro sia un libro estremamente crudele, che indaga nei recessi più oscuri della mente umana, una storia di sopravvivenza che inizia in tenera età, che non commuove ma rattrista il lettore.

L’argomento mi ha tenuta incollata al romanzo fino alla fine, ma il dolore di non poter comunicare dei protagonisti e la presenza degli adulti che si tengono ai margini delle loro storia, mi ha profondamente addolorata e non mi ha permesso di esprimere un giudizio positivo. La loro amicizia fatta di lunghe assenze, di silenzi, di spazi vuoti è troppo distante dai miei modelli, per cui mi risulta difficile accettare il loro modo di porsi, di relazionarsi.

Alla domanda “ti è piaciuto questo libro? Mi viene spontanea una sola risposta: “troppo triste!”.

1 commento:

  1. c'è qualcun altro che ha letto questo libro e ne ha ricavato un'altra impressione? forza adesso confrontate le interpretazioni...

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