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mercoledì 9 novembre 2011

club dei lettori

“Ti prendo e ti porto via” di Niccolò Ammaniti

Relazione

“Ti prendo e ti porto via” è ambientato in una cittadina inventata della Maremma Toscana, Ischiano Scalo. Narra le vicende di Pietro Moroni, un timido adolescente e Graziano Biglia, playboy fallito, entrambe vittime di amori tormentati, le cui esistenze scorrono parallele per quasi tutto il romanzo per ricongiungersi nel finale.

Pietro Moroni “ha dodici anni compiuti, ma sembra più piccolo della sua età. E’ magro. Abbronzato. Una bolla di zanzara in fronte. I capelli neri, tagliati corti, alla meno peggio, da sua madre. Un naso all'insù e due occhi, grandi, color nocciola. Indossa una maglietta bianca dei mondiali di calcio, un paio di pantaloncini jeans sfrangiati e i sandali di gomma trasparente, quelli che fanno la pappetta nera tra le dita” (pag. 9), proviene da una famiglia problematica, ha un padre violento e ubriacone, una madre depressa, un fratello maggiore poco intelligente e per niente affettuoso.

E’ perdutamente innamorato di Gloria, una coetanea di buona famiglia, amica di infanzia, figlia dei datori di lavoro della mamma di Pietro.

La vicenda inizia con la scoperta della bocciatura del protagonista e, con un flashback, l’autore ci racconta le vicissitudini dell'anno scolastico in cui si trovano coinvolti i due adolescenti.

A questa storia "d'amore" se ne ricollega un'altra: quella tra Graziano Biglia e Flora Palmieri, insegnante di scuola media. Graziano, “grande e grosso con una lunga chioma bionda, occhiali da mosca e giacca di pelle marrone con un’aquila Apache di perline ricamate sulla schiena” (pag. 20), ritorna a Ischiano dopo due anni di assenza, rivede i vecchi amici con i quali vanta esperienze erotiche: “Il sesso? E’ vero ne faccio tanto, ma che ci posso fare se piaccio alle donne e loro piacciono a me? (pag.24) e dichiara l'imminente matrimonio con Erica, una conturbante soubrette che lo lascia davanti alla prospettiva di una importante carriera televisiva.

Graziano, disperato per l’abbandono, si invaghisce di una compaesana, una donna del tutto diversa da lui, una professoressa triste e solitaria, Flora.

La loro unione ha un esordio felice ma Graziano, spaventato dalla serietà della loro relazione, sparisce e l’insegnante si ritrova, ancora una volta sola e per di più incinta.

Cade in una terribile depressione ed impazzisce, Pietro, incidentalmente, la ucciderà, con la scarica elettrica di una radio, mentre è nella vasca da bagno. Il ragazzo con l’intento di vendicarsi per la bocciatura, entra nell’abitazione dell’insegnante, e ne causa inavvertitamente la morte.

Il giovane confessa l’omicidio e viene condotto in un carcere minorile, dove quasi maggiorenne, in una lettera a Gloria, confida il motivo che l'ha indotto a dichiararsi colpevole dell’involontario delitto: il desiderio di cambiare il destino, l’aspirazione ad una vita decorosa e ad un futuro migliore: “Io non volevo finire come Mimmo che sta ancora là a combattere con mio padre (mi ha detto mia madre che ha cominciato a bere anche lui). Io non ci volevo più stare a Ischiano Scalo. No, io non volevo diventare come loro e tra poco avrò diciotto anni e sarò un uomo, pronto ad affrontare il mondo (si spera!) nel migliore dei modi” (pag.451).”P.S. Preparati, perché quando passo da Bologna ti prendo e ti porto via” (pag. 452).

Recensione

Pietro è un ragazzo riservato “con la testa fra le nuvole, un cercatore di rane nel deserto, inoffensivo e timido come un passero” (pag.268), bersaglio preferito della banda di bulli del paese guidata da Pierini. I suoi problemi hanno inizio proprio quando, per evitare le percosse del temibile coetaneo, accetta di partecipare ad un’incursione notturna all’interno della scuola.

Gloria è bella, ricca, viziata, si diverte ed è felice in compagnia di Pietro “La loro amicizia […] assomigliava a un fiume sotterraneo che scorre invisibile sotto le rocce, ma appena trova uno spiraglio, una crepa, sgorga con tutta la sua impressionante potenza. (pag. 53).

Graziano è un sognatore, vorrebbe aprire una jeanseria ad Ischiano, sposare una cubista capricciosa ed arrivista, incontrata una sera in una discoteca. Si innamora realmente di Flora ma è troppo egocentrico ed immaturo per affrontare una relazione che si prospetta seria.

Flora ha sacrificato la sua giovinezza per curare la madre invalida. Non ha relazioni sociali, non è mai stata innamorata. Fredda e scostante, malinconica, finalmente incontra l’amore, ma la delusione di non avere una “vita normale”, si affaccia ancora una volta nella sua esistenza.

Accanto a questi quattro protagonisti si muovono una serie di personaggi minori che permettono o impediscono con la loro presenza il susseguirsi degli eventi.

Ammaniti ci ha narrato ancora una volta una vicenda triste dove si intrecciano vari modi d’amare: il sentimento puro dei due giovani si contrappone a quello carnale del Biglia, a quello interessato di Erika e alla passione nuova, mai sperimentata dell’inesperta Flora.

Ritorna il tema del bullismo, di cui è vittima il timido Pietro, bersagliato dai compagni e costretto a comportamenti non consoni al suo carattere. Come Cristiano, in “Come Dio comanda” anche Pietro proviene da una famiglia disagiata che però non lo ama, non lo protegge e non lo difende.

La conclusione di questo romanzo è crudele ed irreale, ha deluso le mie aspettative, avrei preferito un finale lieto per sdrammatizzare il clima di angoscia che aleggia, a mio parere, in tutta la storia.



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