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giovedì 8 marzo 2012

lettura del mese

Federica Tessari
3 C Liceo Scientifico B. Cairoli
Recensione sul libro “Un cuore arido” di Carlo Cassola

““Allora era diverso. Allora avevo l’avvenire davanti…” L’avvenire. Che parola grossa. E qual è, poi, l’avvenire di una ragazza? L’amore; solo amore. Lei non era come la sorella, che parlava sempre di queste cose: pure, era l’amore che faceva capolino in fondo a tutti i suoi pensieri… “Bisognerebbe non conoscerlo mai, l’amore. Continuare a sperarci… ma che non venisse mai””. Siamo negli anni ‘60 e l’autore Cassola ci descrive una storia che dovrebbe stare nella normalità di quel periodo. La storia narra di una ragazza, Anna che non hai provato dei sentimenti per gli uomini, fino a quando, sua sorella, Bice si fidanza con un soldato, Mario. In pratica Anna diventa l’amante di Mario, all’insaputa di Bice. Mario si innamora di Anna anche se non interrompe la relazione con Bice. Però Mario deve partire per l’America e cosi le due sorelle sono desolate e per un lungo periodo non escono di casa e sembrano aver perso la voglia di fare le azioni quotidiane. Anna, intanto ha delle brevi relazioni con due ragazzi di Marina e dintorni. La sorella si fidanza nuovamente con Enrico, che ha sempre provato un forte sentimento amoroso nei confronti di Anna, e convolano a nozze. “E non invidiava nessuno: tanto meno Bice con quel suo matrimonio fondato solo sul calcolo, sulla necessità di sistemarsi. “Io non ho bisogno di sistemarmi, - pensava Anna. – Posso continuare a vivere come vivo”. […] Niente, niente avrebbe potuto sconvolgere la sua vita… perché la vita, l’essenza vera della vita, era qualcosa d’intangibile. “” Infine Anna riceve dopo molto tempo una lettera dall’America dal suo amato Mario. Mario in questa lettera le chiede di sposarla anche se tra loro ci sono molti km di distanza ma Anna rifiuta poiché si sente in colpa di averlo “tradito” avendo avuto delle altre relazioni. Cosi, Anna rimarrà per il resto delle sua vita sola ma con il cuore sempre occupato dall’amore di Mario. ““Io sono come i gatti, - pensò alla fine; - mi affeziono più ai luoghi che alle persone”. Perché se una persona amata la lasciava, lei ne soffriva, certo, ma poi la ferita si rimarginava; mentre se l’avessero strappata di lì, dai luoghi che amava, allora sarebbe morta di dolore. Ma dunque, nemmeno Mario aveva contato nulla nella sua vita? Certo, lo aveva amato, aveva gioito e sofferto per causa sua; ma i luoghi, alla fine, avevano avuto la meglio, assorbendo il ricordo di Mario come già tutti gli altri, fin dai tempi remoti della sua infanzia.” In questo libro, l’autore sottolinea l’aspetto topografico dei luoghi narrati e cerca di darne più importanza ai e a ciò che raccontano, piuttosto che alle persone che si confondono tra molte a differenza dei luoghi che sono significativi. La protagonista, a mio parere, non si lascia trasportare dai sentimenti e dalle vicissitudini non perché è incapace di provare emozioni oppure ha paura di affrontarle ma perché ha timore della sua reputazione sulla base di chiacchiericci di paese che impediscono la piena libertà di agire come si vorrebbe. Io penso che questo sia un tema molto attuale e che mi sta particolarmente a cuore. Molto spesso, ogni giorno ci facciamo influenzare da persone che non sanno assolutamente niente di noi (che credeno , invece, di sapere molte cose sul nostro conto) e questo alla fine va sempre a nostro discapito. Come nel caso di Anna che per mettere a tacere le voci che sono girate tra il paese, non vive a pieno le sue esperienze amorose e finisce con il privarsi di un compagno di vita. Personalmente questo libro non mi è affatto piaciuto perché ho trovato il tipo di scrittura non molto scorrevole e poco armonioso. La storia non ha catturato la mia attenzione evidentemente per la poco partecipazione anche da parte del narratore di raccontare gli avvenimenti. Le descrizioni dei personaggi non mi hanno colpito, le ho trovate anonime e senza delle caratteristiche particolari mentre le descrizioni dei paesaggi toscani mi hanno entusiasmato e mi hanno fatto capire realmente dove avrei potuto trovarmi in quel momento della narrazione, mi hanno reso partecipe alla storia. In generale, non ho un commento positivo sul libro sia per il tipo di scrittura e sia per la trama della storia.

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