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giovedì 15 marzo 2012

Riassunto novelle di Boccaccio

Samantha Righi



GIORNATA DECIMA
Novella decima - Dioneo
Griselda
Gualtieri, marchese di Salluzzo, giunto il momento di sposarsi, scelse come sua futura sposa una donna di umili condizioni, Griselda.
Il marchese arrivato il giorno delle nozze andò dal padre di Griselda, Giannucolo, a chiederle la mano. Giannucolo accettò.
Gualtieri e Griselda dopo poco ebbero la loro prima figlia.
Gualtieri già da tempo stava escogitando delle prove a cui sottoporre la moglie per constatare la sua costanza. Un giorno, infatti, fece portare via la figlia a Griselda facendole credere che l'avrebbe uccisa (quando invece la portò a Bologna da dei suoi parenti). Griselda per amore non ribattè alla decisione del marito. Dopo pochi anni da questo fatto Griselda rimase nuovamente incinta di un maschio e con le stesse modalità Gualtieri lo staccò dalla madre. Griselda, ancora una volta, accettò le scelte del marito.
Il marchese, intanto, stava già escogitando l'ennesima prova. Questo, infatti, un giorno, parlando alla moglie le disse che aveva intenzione di risposarsi con una donna di più alta casata e che lei oltre a doversene tornare a casa dal padre avrebbe dovuto, prima delle nozze, sistemare l'intera casa. Griselda non si oppose e accettò.
Arrivato il giorno delle "nuove" nozze, Gualtieri impaziente le rivelò tutto ciò che aveva escogitato e che lei con costanza aveva superato.


GIORNATA SECONDA
Novella quinta - Fiammetta
Andreuccio da Perugia
Andreuccio si reca al mercato di Napoli per acquistare un cavallo con i suoi cinquecento fiorini. Si interessò a molti ma non ne comprò nessuno; in buona fede molte volte mostrò i soldi. Quei soldi, però, furono addocchiati anche da una ragazza siciliana che si presentò a lui come sua sorella (poichè aveva visto, poco prima, che una donna lo abbracciò dicendogli che era l'amante di suo padre quando era in Sicilia). La ragazza invitò Andreuccio a casa sua per cena e visto che fecero tardi lo invitò a dormire lì.
Andreuccio si svestì dei suoi abiti e del denaro e andò in bagno. Con un marchingegno, Andreuccio si trovò nello sterco. A quel punto, realizzò che ormai aveva perso sia i soldi che la sorella. Incitato dai vicini, scappò e andò verso il mare per ripulirsi. Lì incontrò due ladri che gli proposero una rapina nella tomba del vescovo. Andreuccio accettò. Andando verso il luogo i tre si fermarono a un pozzo cosìcche Andreuccio avesse l'opportunità di lavarsi. Lo legarono e lo calarono giù nel pozzo, nel frattempo soppraggiunsero due gendarmi che fecero scappare i due ladri, lasciando Andreuccio nel pozzo. I gendarmi lo tirarono su e spaventati scapparono, Andreuccio, intanto, uscì dal pozzo, ritrovò i due ladri e insieme andarono verso la tomba.
I ladri costrinsero Andreuccio ad entrare. Quest'ultimo capendo il piano dei due ladri gli consegnò tutto tranne l'anello prezioso. I ladri ritirarono il bottino e come Andreuccio aveva predetto lo chiusero dentro. Aspettò, fino a che non sentì altri due ladri arrivare. Aprendo la tomba, Andreuccio intrappolò dentro questi e lui se ne tornò a Perugia con il suo anello.


GIORNATA SESTA
Novella prima - Filomena
Madonna Oretta
Madonna Oretta venne accompagnata a cavallo, lungo un viaggio, da un cavaliere che le domandò se avesse voluto ascoltare una storia. Oretta accettò. Il cavaliere incominciò nel racconto, ma il suo modo di raccontare era talmente brutto e non gradito che dopo poco Oretta lo zittì chiedendogli se avesse potuto scendere e continuare il tragitto a piedi.


GIORNATA SESTA
Novella ottava - Emilia
Fresco da Celatico
Fresco aveva una nipote che disprezzava oltremodo l'altra gente.
Un giorno Fresco le chiese perchè non uscisse e lei rispose che non voleva vedere gente disgustosa. A quel punto Fresco le propose che se veramente non avesse voluto più vedere gente disgustosa non avrebbe dovuto più specchiarsi.


GIORNATA SESTA
Novella quarta - Neifile
Chichibio
Currado Gianfigliazzi nella sua giornata di caccia aveva ucciso una gnu. La sera stessa la portò dal suo cuoco Chichibio cosìcche l'arrostisse. Chichibio subito fece ciò che le era stato ordinato. Mentre la gnu stava cuocendo giunse dalla contrada Brunetta (giovane di cui era profondamente innamorato). Lei sentendo l'odorino pregò Chichibio di darle una coscia. Chichibio gliela diede e la sera, a cena, al padrone, portò una gnu con una sola coscia. Currado se ne accorse e pretese spigazioni dal cuoco. Chichibio, impaurito, rispose che tutte le gnu hanno una sola coscia. Currado convinto del contrario, il mattino seguente, portò il cuoco davanti a un fiume e lì videro che le gnu, dormendo, stavano su un piede solo. Currado si avvicinò, le spaventò e loro tirarono fuori anche l'altra gamba. Chichibio, allora, si giustificò dicendo che la sera precedente lui non spaventò la gnu cosicche lei non tirò fuori l'altra coscia.
Currado divertito dalla battuta perdonò Chichibio.


GIORNATA SESTA
Novella nona - Elissa
Guido Cavalcanti
Nella Firenze antica vi erano molte usanze che ora non esistono più, fra queste ve n'era una che consisteva nel fatto che molti uomini si radunassero in gruppi.
Tra le contrade ve n'era una di Betto Brunelleschi che molte volte chiese a Guido Cavalcanti se avesse voluto partecipare alla loro brigata e lui altrettante volte risposte "no".
Un giorno Betto Brunelleschi assieme ai suoi compagni decise di prendersi gioco di Cavalcanti. Lo accerchiarono e lo accusarono. Lui rispose che a casa loro avrebbero potuto dire ciò che avrebbero voluto (si trovavano in un cimitero). Detto ciò Cavalcanti scavalò una tomba e se ne andò. L'unico a capire questa frase fu Betto che spiegò ai suoi compagni che quella che aveva riferito Guido era una grandissima offesa visto che in pratica gli aveva detto che loro erano peggio dei morti.


GIORNATA PRIMA
Novella prima - Panfilo
Ser Ciappelletto
Ser Ciappelletto fu un uomo che si dedicò ad ogni vizio e fu anche molto malvagio.
Per queste sue "doti" fu mandato da messer Musciatto a recuperare i soldi che aveva prestato ai Borgognoni. Durante il viaggio Ser Ciappelletto si ammalò molto. Ser Ciappelletto perciò decise di voler confessarsi. Al prete, però, confessò di essere un uomo per bene che aveva vissuto la sua vita nel giusto. La morte di Ciappelletto così suscitò nel popolo una sorta di devozione verso di lui.


GIORNATA QUARTA
Novella quinta - Filomena
Lisabetta da Messina
Elisabetta, bellissima ragazza, viveva a Messina con i suoi tre fratelli. La ragazza si innamorò di Lorenzo un aiutante dei suoi fratelli, il quale conttraccambiò l'amore.
Una sera, per caso, uno dei due fratelli scoprì la storia fra i due ragazzi e il mattino seguente parlandone con i propri fratelli decisero di ucciderlo.
Premeditato il piano, un giorno, portarono Lorenzo lontano da Messina, lo menarono e alla fine, lo uccisero. Tornati in città a Elisabetta dissero che se n'era andato lontano per affari. Molte volte, insistentemente, Elisabetta chiese di lui ma non ricevetta risposta fino a che una notte in sognò le si mostrò Lorenzo le raccontò di essere stato ucciso dai suoi fratelli e le mostrò il luogo dov'era stato seppellito.
Il giorno seguente Elisabetta decise di andare a vedere là dove l'amante le aveva mostrato. Scavò, scavò, finchè trovò il corpo di Lorenzo. Decise di staccargli la testa e di portarsela con sè a Messina.
Tornata a casa ripose la testa in un vaso e vi piantò del basilico e ogni giorno lo innaffiava con le proprie lacrime. Questo comportamento assai strano fu notato da alcuni vicini che informarono i fratelli. Costoro decisero di sottrarle il vaso e di cercare il motivo del pianto disperato di Elisabetta. Trovarono la testa di Lorenzo e nuovamente la seppellirono. Per paura che tutta questa storia si venisse a sapere i fratelli si trasferirono a Napoli dove dopo poco Elisabetta morì.


1 commento:

  1. letto,provvedo a segnalare la schedatura dele novelle tra i compiti svolti

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