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mercoledì 14 marzo 2012

novelle di Boccaccio raccontate da...Federica

Ser Ciappelletto

Il protettore Musciatto Franzesi del dottor Cepparello, chiamato da tutti Ciappelletto, ritiene che lui possa essere il solo adatto a riscuotere i crediti dei borgognoni poiché egli stesso è malvagio tanto quanto lo sono i borgognoni. Cosi ci viene raccontata l’ultima azione di particolare importanza nella vita di Ciappelletto. In punto di morte, egli tiene una confessione con un frate nella quale si pente di tutti i peccati che avrebbe fatto. Ma i peccati non sono realmente quelli che ha compiuto ma delle piccole confessioni di cose totalmente distanti dal modo di essere di Ciappelletto. Per esempio sostiene di essere vergine, di fare spesso digiuni, di pregare e di andare a messa, quando la verità è tutta il contrario finché non rivela il peccato “più grave”, cioè quello di aver trattato male in una rara occasione la propria madre. il frate meravigliato dalla magnanimità dell’animo di Ciappelleto quando proprio questi morirà si svolgeranno delle funerali grandiosi fino ad arrivare alla sua beatificazione. Panfilo, il narratore di questa novella, evidenzia la generosità di Dio poiché accoglie le preghiere a nome di Ciappelletto delle persone che comunque hanno avuto fede.

Andreuccio da Perugia

Fiammetta, la narratrice di questa novella, ci racconta come un giovane perugino alla ricerca di un cavallo si imbatte in un viaggio pieno di pericoli nelle strade di Napoli. Il giovane arrivato nella città viene subito notato nel mercato da una giovane donna, truffatrice, che vedendo che scambiava degli abbracci con una vecchia, si fece raccontare qualcosa sulla vita di Andreuccio. Cosi inscena una storia fittizia sul legame di fratellanza tra lei e Andreuccio per derubare il giovane dopo che era stato invitato a casa della giovane Fiordaliso. Andreuccio dopo aver scoperto l’inganno, in piena notte e senza un soldo, girovaga per le vie di Napoli fino a che incontra due briganti che lo invitano a rubare l’anello dell’appena defunto vescovo della città. Arrivati nella chiesa senza problemi e sollevato il coperchio della tomba discutono su chi dovrà calarsi giù per recuperare l’anello. I due ladri mandano Andreuccio nella tomba ma, il giovane perugino sospettando che non appena fosse salito con l’anello i due lo avrebbero lasciato li giù, afferma di non trovare l’anello ricercato. I due briganti se ne vanno lasciandolo li e mentre il giovane è preso dalla disperazione, dei nuovi briganti ,venuti con lo stesso intento dei precedenti , aprono la tomba e uno di qusti si cala giù. Nel momento in cui si cala giù Andreuccio pensa di toccargli le gambe cosi i briganti con un forti urla corrono velocemente fuori dalla chiesa. Andreuccio risale,poiché il coperchio è stato lasciato aperto e con l’anello che vale cinquecento fiorini se ne ritorna nella sua città senza aver perso niente.

Il re e lo stalliere

Uno stalliere, alla corte del re Agilulfo e della moglie Teodolinda si innamora proprio di quest’ultima. Cosi pensa ad un modo per avere un contatto con la donna. Per diverse notti lo stalliere osserva i movimenti del marito prima di entrare nella stanza da letto dei due, fino a quando una sera si immedesima nella parte del marito ed entra nella stanza. La moglie meravigliata dalle attenzioni del marito che non le dava da molto tempo, chiede spiegazioni e cosi il marito si insospettisce. Senza far domande ulteriori pensa a scovare l’uomo che ha potuto fare questo e si mette alla ricerca tra tutti i servi e i componenti della corte cercando di trovare chi avesse il cuore che batteva più forte. Dopo vari tentativi lo trova e per riconoscerlo alla mattina seguente pensa di tagliargli i capelli che in quel periodo nessuno li portava corti. Lo stalliere però appena sveglio si guardò e decide cosi di tagliare allo stesso modo i capelli a tutti gli altri servi. Quando il re convoca tutti i componenti della corte per scoprire finalmente qual è l’identità dell’uomo scopre l’astuto inganno dello stalliere.

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