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mercoledì 14 marzo 2012

traduzioni d'autore -Catilinaria I

Un inatteso colpo di scena: la personificazione della Patria . (Catilinarie, 1.17-19)
[17] Per Ercole, se i miei schiavi avessero paura di me come ne hanno di te
i concittadini, penserei di dovermene andare da casa mia; e tu non ritieni opportuno di
fare altrettanto dalla Città? Se m'accorgessi d'esser sospetto ai miei concittadini, anche a
torto, e malvisto a tal punto, preferirei privarmi della loro vista anziché esser guardato da
tutti con malevolenza. E tu che, per la coscienza che hai dei tuoi crimini, pur conosci che
l'odio unanime che susciti è giustificato, meritato da tempo, esiti a sfuggire la vista, la pre-
senza di coloro di cui offendi la mente, il cuore? Se i tuoi genitori provassero odio, paura
di te e non ti riuscisse in alcun modo di placarli, preferiresti, io penso, recarti altrove, lon-
tano dai loro occhi; ed ecco, la patria, madre comune di noi tutti, ti odia, ti teme; s'è resa
conto da tempo che mediti di levare la mano su di lei: e tu, non rispetterai la sua autori-
tà, non t'inchinerai davanti alla sua sentenza, non temerai la sua forza? [18] Essa, Catilina,
ti appare e pur senza parole così ti parla: «Da anni ormai non c'è stato delitto che non sia
stato commesso da te, non azione infame di cui tu non sia stato partecipe. Tu solo hai assas-
sinato molti cittadini, hai infierire sugli alleati, li hai spogliati senza che nessuno te lo impe-
disse e senza scontarne il fio; tu non solo ti sei distinto per aver tenuto in non cale le leg-
gi e i tribunali ma anche per averli sovvertiti, calpestati. Sono azioni che hai commesse in
passato; non si doveva tollerarle, eppure, come ho potuto, le ho sopportate; ora però sono
in preda al terrore per causa tua; al minimo rumore d'armi, pavento Catilina; ora, non c'è
complotto a mio danno che non sia stato ordito dalla tua perversità, e non intendo sop-
portarlo. Per questa ragione vattene, liberami da questo terrore: affinché io non perisca, se
è fondato, e cessi di tremare, se è.immaginario», [19] Ecco ciò che la patria ti direbbe se,
come dissi, ti parlasse; e anche se non fosse in grado di usare la forza, non dovrebbe otre-
nere quanto ti ha chiesto? (trad, di L. Storoni Mazzolani)
La peroratio della prima Catilinaria, un capolavoro di retorica (Catilinarie, 1.32-33)
[32] E perciò, se ne vadano i malvagi, si separino dai buoni cittadini, si riu-
niscano tutti in uno stesso luogo e infine, come ho già detto più volte, che tra loro e noi
ci sia un muro; cessino di attentare alla vita del console in casa sua, di accerchiare il tribu-
nale del pretore urbano, di assediare armati la Curia, di preparare frecce incendiarierr e tor-
ce per mettere a fuoco la Città; che una buona volta ciascuno porti scritto in fronte quali
sono i suoi sentimenti verso lo Stato. Vi assicuro, Padri Coscritti, che noi consoli mette-
remo tanto impegno e, confortati dalla vostra autorità, dal coraggio degli equestri, e il vivo
consenso della gente perbene, quando Catilina si sarà allontanato vedrete la congiura sco-
perta, soffocata, punita. [33] Con questi auspici, Catilina, per la salvezza suprema dello
Stato e la tua sciagura e disgrazia, la tua perdizione e lo sterminio di coloro che ti sono complici
nel tramare delitti contro la patria, muovi per questa guerra empia e nefanda. E tu,Giove
che qui fosti posto da Romolo con gli stessi auspicii con i quali fondò la Città, tu che ben a
ragione invochiamo con il nome di Statore dell'Urbe e dell'Impero, tieni lontani quest'uomo
e i suoi sgherri dal tuo tempio e dagli altri dell'Urbe, dalle case dei romani, dalle mura,
dalle vite, dai beni di tutti i suoi abitanti; e costoro, nemici della genteonesta, devastato-
ri d'Italia, stretti tra loro da un patto scellerato, infame masnada, dannali vivi e morti
a tormenti senza fine! (trad. di L. Storoni Mazzoleniì);

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